È possibile che ciò che mangiamo abbia un’influenza sul carattere, sulla personalità e addirittura sulla parte più spirituale dell’essere umano, la mente? Questa idea – al centro di alcuni dibattiti recenti – è tutt’altro che una novità: basti pensare all’importanza data all’alimentazione da parte delle principali religioni del mondo.
Gli effetti psicologici del mangiare sono ben noti: i nostri antenati chiamavano convivio lo stare insieme a banchetto proprio perché comporta una comunione di vita e rafforza i legami tra i partecipanti; molti di noi associano il cibo preferito nell’infanzia a teneri ricordi o, viceversa, a imposizioni dei genitori.
Ma può l’alimentazione avere delle conseguenze dirette sul nostro sistema nervoso? Certamente sì. Il cervello è la sede dei pensieri, delle emozioni, degli stati d’animo e della coscienza, ma è un organo che – non diversamente dal cuore o dall’intestino – funziona grazie alle sostanze nutritive che riceve, sulla base di reazioni chimiche ed impulsi elettrici. Proprio come “what is good for heart is good for your brain”, stando al World Alzheimer Report 2014, i cibi dannosi per il cuore possono esserlo anche per il cervello!
Senza volere inoltrarmi in una controversia sulla nutrizione, ecco alcuni consigli per “migliorare” il funzionamento del cervello. Ricordo inoltre che nell’Alzheimer viene meno l’assorbimento di alcuni nutrienti a causa di carenze alimentari, alterazioni biochimiche e perdita di sinapsi. Il bisogno di nutrienti specifici è pertanto aumentato, soprattutto nella AD precoce.
L’introduzione di questi alimenti pare sia una buona idea, insieme a attività fisica, poco stress dopo i 50 anni e… arteterapia:
- Acqua. Vi stupite che inizi da qui? Eppure sono conosciuti gli effetti negativi della disidratazione sul cervello, e sappiamo tutti che gli anziani tendono a bere poco. Un litro al giorno è il minimo indispensabile! Con le dovute eccezioni per gli scompensati cardiaci e nella insufficienza renale grave.
- Pesci di mare (sgombro, salmone, sardina), ricchi di acidi grassi della serie omega 3, che sono essenziali per il buon funzionamento del sistema nervoso (e per molto altro).
- Olio di oliva (meglio extravergine).
- Noci, ma non più di 4-5 al giorno come spuntino, ricche di omega 3 ma anche di vitamina E.
- Curcuma, spezia orientale con potere antiinfiammatorio.
- Broccoli, ricchi di vitamina C.
- Pomodori, ricchi di licopene (che ha potere antiossidante) e di vitamina C in grado di rinforzare i vasi sanguigni.
- Agrumi, ricchi di vitamina C.
- Frutti di bosco, ricchi di flavonoidi.
- Tè verde, è un ottimo antiossidante e inibisce l’acetilcolinesterasi, enzima che danneggia l’acetilcolina, neurotrasmettitore implicato nella memoria.
Un regime alimentare che riunisca questi alimenti, secondo alcuni studi, sarebbe infatti in grado di fornire un apporto adeguato di acidi grassi (omega 3), vitamine (E, B e C), antiossidanti (licopene, flavonoidi) utili per il buon funzionamento del cervello.
Qualche altro spunto di riflessione:
Le cosiddette “Blue Zones”. Sono territori dove gli abitanti vivono molto più a lungo della media. Le blue zones sono Okinava, la Sardegna (in particolare l’Ogliastra), l’isola greca Icaria e la penisola Nicoya in Costarica. Quali sono i segreti di tale longevità? Attualmente non sono ancora tutti noti, ma alcuni studi suggeriscono che il fattore genetico influisca solo per il 20-25% e che il lo stile di vita e l’ambiente incidano per il 75-80%. Nei piatti di queste zone raramente entrano alimenti di origine animale. Vengono privilegiati invece cereali e verdure autoprodotti e scarsamente sottoposti a trasformazione industriali ( e non manca un buon bicchiere di vino rosso, in modica quantità, ovvio). Secondo studi ormai consolidati, i consumatori abituali di carne hanno un terzo di probabilità in più di sviluppare l’Alzheimer.
La Dieta Mediterranea. La dieta mediterranea allunga la vita: è un dato che recentemente ha avuto una conferma scientifica in uno studio pubblicato sul British Medical Journal da alcuni ricercatori di Harvard. Secondo questo studio la dieta povera di grassi e ricca di cereali (e derivati), pesce, olio di oliva, frutta, verdura, manterrebbe più lunghi i telomeri, segmenti dei nostri cromosomi che hanno un ruolo importante nell’invecchiamento. Telomeri più corti sono correlati a minore aspettativa di vita e maggiore rischio di patologie croniche. La loro lunghezza può essere influenzata da stili di vita, fumo, obesità e ovviamente abitudini alimentari.
Per un approfondimento, consiglio di leggere la relazione della dott.ssa Gragnaniello “Cibo per la mente, le basi per una teoria nutrizionale alla demenza”, presentata al convegno “Demenza malattia dei vecchi?” tenutosi a Ferrara il 27 settembre 2014.
Per chi volesse sperimentare qualche ricetta consiglio due libri: Super cibo per la mente (2013) di Neal D. Barnard, La dieta anti Alzheimer (2014) di Morveau Sabbagh e Beau Macmillian.
E per gli amanti dell’arte:
E in linea con la il tema dell’EXPO Milano 2015 "Nutrire il paneta, Energia per la vita", segnalo la mostra che si è inaugurata a Brescia il 24 gennaio, il cui titolo è "Il cibo nell’arte, dal Seicento a Warhol".
Lucia Benini