“Diagnosing dementia: No easy job”. Così Frank Buntinx e altri colleghi General Practictioners belgi, olandesi ed inglesi, concretizzano in un loro recente articolo la difficoltà che il Medico di Medicina Generale incontra nel fare diagnosi di demenza durante l’attività ambulatoriale quotidiana nei vari sistemi sanitari in cui lavora.
E’ una difficoltà che riconosce molteplici cause per lo più estranee alla cultura con cui il MMG viene formato ed aggiornato non solo in Italia ma evidentemente anche in tutti gli altri paesi esteri.
Il recente DSM V propone un inquadramento clinico preciso e completo del “deterioramento cognitivo”. Finora il gold standard per la diagnosi di demenza era il DSM IV (2001) che richiedeva la compresenza di amnesia, almeno una alterazione cognitiva comprese tra afasia, aprassia, agnosia e di decadimento funzionale dell’autonomia sociale e personale. Il rispetto di questo “gold standard” comporta un ritardo nella diagnosi di demenza che avviene quando è in fase conclamata ed avanzata cioè allo stadio moderato – grave con MMSE di solito ≤ 15/30. In questo stadio lo opzioni terapeutiche sia farmacologiche che non farmacologiche sono sicuramente poco efficaci.
Il DSM V affianca alla “demenza” anzi “demenze” definite “Disturbo Neurocognitivo Maggiore”, le fasi pre e subcliniche definendole “Disturbo Neurocognitivo Minore”. Questo inquadramento è prezioso non solo per gli specialisti ma soprattutto per noi Medici di Medicina Generale perché:
- insegna a considerare la “memoria” come parametro vitale da valutare e non scontato dalla apparente “normale relazionalità” che i nostri pazienti intrattengono durante le visite;
- sdogana dalle sacche dell’ageismo, le insidiose e fluttuanti fasi pre-subcliniche delle demenze che si snocciolano sotto i nostri occhi di Medici di Medicina Generale attraverso un processo di neurodegenerazione ad eziologia diversa, complessa e spesso mista che dura anni e non giorni, settimane, rare volte mesi come il resto della quotidiana clinica ambulatoriale.
Come Medici di Medicina Generale che in questi anni hanno lavorato per fornire risposte concrete a questo “non facile lavoro” diagnostico, intendiamo mettere a disposizione dei colleghi il nostro modesto contributo fornendo percorso e strumenti specifici per la diagnostica e pareri per casi clinici che i colleghi vorranno sottoporci.
Abbiamo pertanto pensato a predisporre questo sito con il supporto delle sezioni SIMG di Ferrara e Padova, Scuola Veneta di Medicina Generale e della Associazione Alzheimer “Francesco Mazzuca” Onlus (Cento, Ferrara) con l’intento di offrire ai colleghi un contributo che sia parimenti professionale e scientifico così come indipendente e disinteressato.
Autori
SIMG Ferrara
SIMG Padova
SIMG Ferrara
SIMG Padova
SIMG Sondrio
SIMG Brescia
Collaboratori
SIMG Ferrara
SIMG Udine
SIMG Udine
SIMG Udine
SIMG Udine
SIMG Ferrara
SIMG Messina
Ringraziamenti
Dipartimento Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze. Centro Invecchiamento Cerebrale, U.O. Geriatria. Università di Modena e Reggio Emilia.
Scientia Professor of Ageing and Mental Health, Dementia Collaborative Research Centre, University of New South Wales, Sydney, Australia.